Il convegno "Cibo e Società" organizzato dal Dipartimento di Scienze sociali politiche e cognitive (Dispoc) dell’Ateneo – Laboratorio sulle disuguaglianze, in collaborazione con Anci e “Dire e Fare”, e con il contributo della Regione, i temi oggetto di discussione sono stati la povertà alimentare, lo spreco e lo sfruttamento del lavoro, affrontati grazie a interventi e contributi preziosi dei partecipanti, come quella dell'assessore regionale all’Agricoltura Marco Remaschi.
In Europa, tra il 2008 e il 2016 l’Italia ha registrato uno dei maggiori incrementi della povertà alimentare. I dati dell’Istat riportano oltre due milioni di famiglie italiane in condizione di povertà alimentare, che possono cioè spendere in generi alimentari risorse inferiori rispetto alla soglia standard accettabile. Anche se in Toscana si registrano livelli di povertà alimentare di gran lunga inferiori a quelli nazionali, il dato è in crescita, soprattutto in alcuni strati della popolazione. Nella nostra regione sono numerose le forme di contrasto a questo fenomeno per uscire dalla logica tipicamente caritatevole, che si occupa solo di distribuire cibo – come nel caso dei pacchi alimentari – molto del quale viene poi sprecato perché non ne viene riconosciuto il valore.
Il convegno è stata l'occasione per riflettere sulle cause che hanno prodotto la povertà alimentare, per parlare dell’allontanamento tra chi produce cibo e chi lo consuma, del paradosso delle pratiche più tradizionali di contrasto alla povertà alimentare che si regge su una filiera che per garantire prezzi bassi non retribuisce adeguatamente i lavoratori e anzi tende a impoverirli. Da questo punto di vista è urgente ripensare tutto il sistema della produzione agricola e della distribuzione adottando metodi sostenibili capaci di riavvicinare agricoltori e consumatori
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